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Sport

FISCHI A SAN SIRO

ETTORE PAGANI - 25/11/2016

san-siroCensurati a 360 gradi i fischi di San Siro verso l’inno nazionale tedesco. Diversamente non avrebbe potuto essere, stante l’indegnità della cosa tanto più impensabile quando l’ingiuria sia partita dal pubblico di uno stadio solitamente noto per la sua correttezza rispetto ad altri. Pubblico da portare a esempio in mille situazioni a cominciare da quelle di ogni derby mai incappate in autentiche battaglie che, purtroppo, costituiscono il contorno di tali incontri.

San Siro o Meazza, dunque, noto come la Scala del calcio di questo titolo si è vantato e doveva continuare a vantarsi evitando una macchia brutta e grande come tutto l’impianto. Brutta tanto più perché ad intonare la musica becera e stonata non è stato solo un gruppo di imbecilli che da tali manifestazioni traggono anche soddisfazione.

Altro che gruppo! L’intensità sonora dei fischi ha fatto pensare a una partecipazione ben folta. Parliamoci chiaro al termine dell’inno germanico si è sentito solo il rumore del battimani dei nostri giocatori impegnati in un bel tentativo, purtroppo, si diceva isolato a cercare di rimediare.

Quanto poi al senso dei fischi – sempre illogico ma tal volta ancorato a qualche precedente – se ci si voleva riferire all’ultima sconfitta ai rigori subìta dai nostri a opera della squadra tedesca sarà bene ricordare che quella partita è stata persa dagli azzurri non vinta dai loro avversari. Persa coi rigori pietosamente sbagliati (non considerabili con termini diversi) dagli azzurri autori di tiri a dir poco penosi quando i nostri avversari ci avevano già offerto la vittoria sul piatto d’argento.

Colpa nostra. In quella occasione il ruolo sovvertito di perdenti rivestito spesso dai tedeschi nei confronti degli azzurri.

Che la condanna ai fischi sia già stata giustamente sancita – si diceva – a 360 gradi va bene ma va altrettanto bene non cancellare il tutto. Perché la vergogna resta.

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