Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

DOPO LA CRISI?

LIVIO GHIRINGHELLI - 10/01/2020

pontiSi è chiusa la crisi politica allarmante, che dallo scorso anno ha travagliato le sorti della democrazia italiana, all’insegna di un sovranismo pericoloso in tempi di globalizzazione, di una ricerca esagitata del consenso elettorale a scapito di una gestione oculata e concreta dell’azione di governo, intesa invece a puri fini di potere e a scapito d’ogni possibilità di dialogo?

Il dibattito pubblico si è negato a soluzioni condivise e inclusive. Si è cercata la popolarità ad ogni costo, eliminando ogni lezione del passato e sfuggendo alla morsa della realtà. La propaganda, gli slogan, il facile personalismo hanno avuto la meglio su ogni dialettica, sulla fecondità di ogni contradditorio. I simboli stessi della fede si sono trasformati in talismano alla conquista del consenso. È così venuta a mancare ogni capacità propulsiva del cambiamento sociale. Col cambio dell’idea di democrazia hanno fatto irruzione nel mondo dell’economia e della produzione, soprattutto nella sfera dell’azione sociale, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi.

Oggi è il caso di parlare di oclocrazia. La cultura è stata caratterizzata dall’individualismo, principi e valori hanno perso mordente, la civiltà del consumo, della tecnica disumanizzata si è affermata sulla necessità di un’ecologia integrale, d’una visione solidale nei rapporti interpersonali.

Nella comunicazione si producono circuiti chiusi, si falsano i concetti di identità, e l’autentica rappresentatività viene meno a favore di un pragmatismo ancorato a pure ragioni di classe egoistiche. Il popolo come soggetto collettivo va ricostruito lungi da ogni semplificazione. Per cui si rende necessaria una pluralità profetica di ruoli non meschinamente esercitati. Si impone il bisogno di costruire ponti, facilitare le coesioni, ritrovare il senso del bene comune.

Anziani e giovani devono interagire nel valorizzare il patrimonio d’esempi ereditato e proiettarsi al contempo verso modelli tutti ancora da configurare grazie allo spirito di ricerca e alla passione. Fortunatamente si è trovato l’antidoto verso le pretese dittatoriali fuori d’ogni dubbio di chi aspirava ai pieni poteri. Ora si tratta di coltivare semi di speranza, cogliendo l’utilità di esempi come quello fallimentare e menzognero della brexit o della possibile suggestione e chimera della flat tax a scapito d’ogni ragione di giustizia.

Tutti ora coll’instaurarsi di una nuova prospettiva dobbiamo imparare a far dialogare le differenze, rivalutando la democrazia con l’opera paziente del gradualismo, senza promesse mirabolanti e mistificatorie, svelenendo il clima da risse e provocazioni.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login