Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

I NOSTRI PREZIOSI LIBRI

ALBERTO PEDROLI - 02/06/2016

 

C’è anche uno dei libri di ricette di Bartolomeo Scappi, il “cuoco segreto di papa Pio Quinto”, originario di Dumenza tra le opere che la Biblioteca Civica ha esposto, in occasione dei 200 anni dall’elevazione di Varese al rango di Città, alla Sala Veratti e provenienti dai propri fondi speciali.

Ma anche altre sono le scoperte per gli storici locali, gli appassionati bibliografi o i semplici amanti delle forme d’arte come anche i libri possono esserlo: si va dal “documento comprovante quanto il Borgo pagò onde mantenersi nel privilegio di non essere infeudato” (il che non impedì a Francesco d’Este di diventare Signore di Varese tra il 1765 ed il 1780…) ai classici come Cicerone ed Esopo. Curioso (ma provvidenziale) l’accostamento del serioso trattato “Dell’ufficio del marito uerso la moglie, dell’istituzione della femina christiana …” alle “Lettere di molte valorose donne, nelle quali chiaramente appare di non esserne di eloquentia ne di dottrina alli huomini inferiori” ed ai “Cento giuochi liberali, et d’ingegno”, tutte opere cinquecentesche.

Una particolare attenzione è rivolta ai testi di architettura tra cui spicca il “De architectura” di Vitruvio scritto al tempo di Augusto Imperatore ma che – complice l’invenzione della stampa – influenzò profondamente la cultura artistica rinascimentale: in mostra gli è stata dedicata una vetrinetta ma gli studiosi dell’architettura rinascimentale noteranno anche, poco distante, una copia del trattato cinquecentesco del Serlio.

Anche l’occhio merita la sua parte e certamente può essere appagato dalle tavole che corredano i testi o dai capilettera illustrati, secondo una tradizione in continuità con le miniature degli amanuensi medievali ma ora realizzati più modernamente con la tecnica della xilografia.

Un bel patrimonio, quello custodito dalla nostra biblioteca, sinora conosciuto e consultato solo dagli esperti mentre è in procinto di diventare accessibile a tutti grazie alle riproduzioni digitali del progetto “Biblioteca digitale lombarda”. Il nostro istituto ha infatti partecipato ad un bando della Regione Lombardia, finanziato dall’Unione Europea, per la digitalizzazione di fondi speciali e si è classificato al terzo posto a pari merito tra i dieci istituti che sono stati selezionati. È così partito un complesso lavoro in loco con personale specializzato e strumenti informatici che hanno passato in rassegna il materiale della biblioteca inerente i manoscritti, le cinquecentine (come quelle ora esposte in mostra) ed il fondo di mistica fascista arrivando a scandire oltre trecentomila immagini che saranno a breve disponibili in Internet implementando la banca dati esistente.

Da dove proviene questo patrimonio? Una parte – spiega la direttrice Chiara Violini che con Antonella Morelli ha curato l’esposizione – dai fondi storici della biblioteca, quello dell’ottocentesco Museo Patrio, originariamente ospitato presso le scuole che sorgevano là dove poi è stato eretto il Tribunale, e quello del cavalier Baratelli che nel 1914 ha dato vita alla biblioteca pubblica di Varese.

Altre acquisizioni sono più recenti, come quelle provenienti dal fondo dello scrittore Morselli, al quale apparteneva il trattato “De plantis” e l’incunabolo “De curialium miseriis” di papa Pio II Piccolomi, quello di Pienza per intenderci. Fortunatamente la tradizione della liberalità in campo culturale dà ancora i suoi frutti: proviene infatti da Luigi Orrigoni il ricettario dello Scappi mentre il trattato di Vitruvio è stato di recente donato dall’ing. Pietro Romeo.

Per una volta possiamo dunque non lamentarci della scarsa attitudine varesina alla cultura anche se il progetto di creare una nuova biblioteca nell’ambito della ristrutturanda ex caserma Garibaldi sembra eccedere in senso opposto, tanto più che quella esistente, là dove si trova dignitosamente da oltre un secolo, può usufruire di un vasto e funzionale deposito sotterraneo creato trent’anni fa. Non sarebbe meglio – come altre voci hanno sottolineato su queste pagine – recuperare Palazzo Estense, biblioteca e salone Estense incluso, ad una piena funzione culturale e di alta rappresentanza, decentrando altrove funzioni e servizi amministrativi oggi lì presenti?

200… e più anni. Viaggio tra i libri antichi e preziosi della Biblioteca Civica
Sala Veratti – via Veratti 20 Varese.
Sino al 26 giugno da martedì a domenica, 9.30 – 12.30 / 14.00 – 18.00
 
Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login