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Cara Varese

FAR QUADRARE I CERCHI

PIERFAUSTO VEDANI - 05/07/2019

olimpiadiMilano sarà riferimento importantissimo delle Olimpiadi invernali del 2026 e già Sala, sindaco meneghino, e il nostro ex sindaco Fontana, oggi presidente della regione, sono al lavoro perché su una delle più prestigiose passerelle dello sport possano sfilare, acclamate, anche la Lombardia e la sua capitale.

Varese può avere a che fare con le Olimpiadi della neve?

Certamente, ha suoi piccoli ma importanti spazi da offrire non in termini di luoghi di competizione sportiva ma di ospitalità, di servizi, di una cultura, cioè di una conoscenza diretta degli sport invernali che si è completata grazie a un impianto sportivo loro dedicato, non facilmente reperibile lontano da Milano. E senza contare, in termini di accoglienza, la posizione strategica nell’ambito dei collegamenti con Milano, Malpensa, la Svizzera.

Una accoglienza agli sportivi-turisti accompagnata da beni ambientali. architettonici, storici e religiosi non da poco.

Insomma nel pacchetto di offerte che verrà preparato dalla Regione uno spazietto anche per noi potrebbe, anzi dovrebbe, starci.

Molto dipenderà non solo dalla sensibilità e dal buon gusto della Regione che in passato, diciamo nell’ultimo quarto di secolo, ha usato carte geografiche antichissime, dove al posto del Nord Ovest del Varesotto si leggeva il celebre “Hic sunt leones”, di lontana memoria per indicare il nulla inesplorato.

Ma Milano si muoverà, vaglierà solo a fronte di segnalazioni, proposte, progetti concreti che parlino della bella corona di città e spazi che circondano Milano.

Chiedere oggi al nostro sindaco di aprire un tavolo di lavoro sui riverberi regionali delle Olimpiadi invernali in programma tra sette anni è un po’ troppo, ma sarebbe il massimo se si cominciasse a parlarne informalmente in Consiglio comunale tenendo ben presente che si deve sempre e comunque dimenticare gli steccati politici per avere la migliore e comune attenzione sugli obiettivi da perseguire. E non dimenticando l’utilità di analisi e valutazioni a un anno e mezzo dalla scadenza del mandato di questa giunta.

Il tempo davvero vola se pensiamo che già oggi non guasterebbe fare i primi bilanci della svolta storica a Palazzo Estense. Ma forse è presto anche se l’arena politica nazionale è ribollente e ha un mattatore, Salvini, che solleva problemi a tutti e impone ripensamenti o valutazioni diverse e provoca pure naufragi in ambiti di antica solidità e credibilità politiche.

La giunta cittadina da noi non è stata messa mai con cattiveria nel mirino, ma le critiche non le sono mancate a fronte di invenzioni che potevano aspettare. Mi riferisco per esempio alla viabilità e ai soldi per i percorsi riservati ai ciclisti in zone urbane di traffico caldo.

Ci si è abituati forse alla tranquillità o anche all’ attendismo davanti a situazioni che avremmo voluto vedere subito risolte ma alla fine ha avuto ragione l’avvocato che è Galimberti .

Ha fatto buone scelte più volte il primo cittadino, Cecchi assessore alla cultura ha funzionato perché ha lavorato anche per il futuro di Varese.

Ecco, la sua sostituzione a tutti i costi potrebbe essere un errore e quindi la migliore soluzione sarebbe un interim dello stesso sindaco: avrebbero fine anche una corsa e aspettative legittime da parte di più candidati, tutti autorevoli ma chissà se funzionali a un tempo breve di comando, quello che manca alla fine della legislatura. Se Galimberti si fa carico personale della gestione dell’assessorato alla cultura se ne gioverà l’azione dell’intera giunta comunale che potrà arrivare più tranquilla allo scontro elettorale. Le elezioni saranno un bel derby: Salvini tenterà la rimonta, ma avrà poco da rimproverare a un primo cittadino tranquillo e positivo. Che sta avendo la collaborazione da giovani e vecchi Dem lontani dallo sconquasso di un partito che è finito dalla parte dei capitalisti chic e vuole per esempio convincere un’Italia molto irritata che la borghesissima tedesca che sperona leggi e navi sia una democratica salvatrice. Sì, lo è, come loro.

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