Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

RIGENERAZIONE

EDOARDO ZIN - 30/10/2020

insiemeLeggo un editoriale del nostro direttore in merito allo sforzo in atto per riunire in un partito il cosiddetto mondo cattolico. Rimango sbigottito dall’accenno relativo al disaccordo tra due cardinali in merito alla probabile nascita di questo partito. Prima ancora che si conoscano finalità, programmi precisi, collocazione politica di tale presumibile partito, c’è un cardinale che biasima questo tentativo ed un altro, più mite perché proveniente dal cattolicesimo sociale di Brescia, che lo approva. Così non va!

Questo nuovo partito, che nasce ad opera di alcune autorevoli persone, non chiede l’appoggio della Chiesa italiana né tanto meno quello della Santa Sede. Gli ispiratori di questo nuovo progetto politico non desiderano ripetere l’esperienza dei cattolici intruppati nella “balena bianca”, che sarebbe una vera piaga, ma limitarsi a fare il loro dovere a proprio rischio e pericolo, senza voler immischiare la Chiesa in scelte di parte. Oltre a vivere nella Chiesa, tutti operiamo nel mondo ed è giunto il momento in cui i laici cristiani s’impegnino a un sincero dialogo con tutte le donne e gli uomini che condividono medesimi valori per salvare l’uomo, rigenerando la politica.

I valori evangelici sono profondamente umani e sono condivisi da molti non credenti, atei o agnostici: un sincero dialogo tra credenti e non credenti potrebbe rendere più facile una serena e profonda collaborazione che spazzerà via presto molte asprezze e incomprensioni che si notano nell’attuale convivenza civile. La buona volontà escluderà ogni tentazione integralista e conserverà piena autonomia e responsabilità nell’azione. Non sarà un partito “cattolico”, né un partito “dei cattolici”, ma un partito in cui dovrebbero confluire credenti e non credenti in nome di un umanesimo oggi più che mai necessario. La politica deve essere, infatti, costruita al servizio dell’uomo, di ogni uomo, di tutti gli uomini perché è egli la misura di tutte le cose.

Viviamo in un profondo, desolante disfacimento della politica, che è l’essenza della democrazia. Essa si presenta sotto forma di esaltazione dell’uomo- solo- al- comando, della personalizzazione, del populismo, dell’individualismo, della contrapposizione. Un cristiano che esce dalla chiesa potrà testimoniare sé stesso, ma testimoniare il proprio “io” è la stessa cosa che testimoniare il Vangelo nella vita sociale e politica? Il credente – cioè il battezzato che testimonia la sua fede in Cristo – più che al trionfo delle proprie idee mira a testimoniare, anche in mezzo alle incomprensioni, i valori evangelici che devono essere vissuti nella contemporaneità.

Non si vuole politicizzare il Vangelo, ma dinnanzi agli indugi di politici incapaci di replicare all’eccesso di male con un eccesso di bene, i promotori dell’iniziativa desiderano elaborare una politica che si esprima nella tensione sociale e crei gli antidoti istituzionali per combattere i nazionalismi che ci hanno regalato due guerre mondiali. Non intendono nemmeno ridurre o sopprimere l’ineliminabile campo delle opinioni altrui, ma neppure le nuove istanze della storia. Dinnanzi ad una destra becera non possono costoro essere né sordi né ciechi, dinnanzi al mondo economico che bada solo alla finanza non possono restare disinvolti mercanti, dinnanzi a frange estreme della sinistra non possono comportarsi da inutili idioti, dinnanzi ai repentini salti dal piano delle promesse elettorali al piano delle scelte politiche in contrasto fra di loro non possono constatare il loro vuoto di visione non è coerente tra il dire e il fare.

In un primo momento sul logo del nascente partito c’era scritto “liberi e tenaci”, richiamandosi così in parte all’appello di don Sturzo, “popolare” e non “populista”. Non più solo “forti”, ma “tenaci”, cioè fermi e costanti nella ricerca del bene, perseveranti nel servizio in politica, solidi per non lasciarsi modificare dalla contrarietà. Il logo più recente descrive oggi in sintesi il programma: lavoro, famiglia, solidarietà, pace. Il lavoro che si crea non solo con i capitali, ma anche con lo studio e l’innovazione; la famiglia che resta il luogo in cui si coltivano gli affetti e che ha bisogno di essere aiutata non con “bonus”, ma con politiche strutturali; la solidarietà per cementare un paese lacerato, tessendo la trama dell’amore per gli indifesi e includendoli nella società; la pace che non è solo una parola astratta, ma il fine a cui deve mirare un’efficace politica estera, parola che tutti devono ripetere, credendoci, volendola, reclamandola, supplicandola.

Certo, per raggiungere questi traguardi, oltre la buona volontà di tanti uomini e donne, ci vogliono risorse economiche. Lo Stato non dovrà solo limitarsi a imporre la fiscalità, ma, in nome del principio solidaristico, dovrà rintracciare gli evasori, coloro che non concorrono alle spese pubbliche, sottraendosi ad un loro dovere o cercando i modi per eludere questo principio costituzionale. Ci dovremo tutelare anche da coloro che concorrono a rompere questo patto sociale incriminando demagogicamente le persone competenti che, per le gravi funzioni che compiono, ricevono un giusto compenso. È una coscienza collettiva che occorrerà formare a tal riguardo.

L’economia, però, dovrà essere al servizio della collettività, non dei mercati e degli affari perché non possiamo giudicare benevolmente chi ha più amore per la finanza che per l’uomo.

Un partito d’ispirazione cristiana dovrà prestare attenzione alla modernità: al lavoro che cambia, alle nuove tecnologie, ai temi dell’ambiente da salvaguardare, alla scuola che dovrà competere con le sfide dell’attualità, senza d’altra parte trascurare i fermenti di giustizia, l’ansia innovatrice, le preoccupazioni educative per finire nel tradizionalismo più deteriore e clamoroso, nell’assunzione di ciò che di più inautentico e innaturale presenti la civiltà moderna.

La politica è l’arte del possibile e quest’ arte può essere possibile solo se non sarà ridotta al più meschino dei possibilismi: quello del potere. Dovrà perciò essere sostenuta, oltre che dall’intelligenza, anche da una profonda coscienza morale, che è il perno su cui gira la nostra cronaca che, insieme a tutte le altre cronache, fa la storia.

“Insieme” potrà realizzare in politica una presenza che è antitetica rispetto alla tentazione del disinteresse e dell’assenza, della delega in bianco a persone o gruppi che si arrogano la pretesa di realizzare un’effettiva rappresentanza dei cittadini senza tuttavia instaurare con essi un reale e costruttivo rapporto: sarà, cioè, un partito che concorrerà alla rigenerazione del nostro Paese.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login